Storia Gea

L’appuntamento era stato fissato da tempo: ore 9 antimeridiane a Gambarie di Santo Stefano in Aspromonte, Piazza Mangeruca.

L’azzurro intenso del cielo, purificato da un leggero vento di tramontana, faceva da cornice al consueto scenario di foreste e monti che custodivano i ricordi della nostra infanzia e seguivano silenziosamente l’appassionato impegno civile della nostra maturità.

 

Eravamo in diciotto.

 

{mosimage}Ci accomunava la profonda e sincera amicizia, le esperienze condivise, la matrice culturale, il percorso educativo, l’amore per la nostra terra, il rispetto per la natura maturato nei lunghi anni di impegno nel movimento scout.

La temperatura era rigida e, nonostante fosse il 28 di dicembre, non vi era traccia di neve, anche alle quote più alte.

Accomodati all’aperto, ai tavoli del bar, eravamo allegri e spensierati, come sempre capita quando ci ritroviamo in montagna.

Assaporammo, così, il gusto della conversazione.

Si parlò di Aspromonte, della sua natura ancora incontaminata, delle sue fiumare, dei suoi boschi e delle sue radure, della sua storia e delle sue tradizioni, dei pastori e degli agricoltori, maestri di ospitalità, che da sempre presidiano la montagna.

Era quello il nostro Aspromonte.

D’un tratto ci assalì un dubbio: quello che conoscevamo era il vero Aspromonte?

Era il 1985 e l’estrema montagna meridionale stava vivendo la drammatica stagione dei sequestri di persona. Nelle aree più emarginate dell’Aspromonte, socialmente ed economicamente degradate e male amministrate, la criminalità organizzata aveva alzato il tiro con l’aberrante pratica dei sequestri.

I mass-media si occupavano ampiamente delle drammatiche notizie di cronaca e i loro resoconti, giorno dopo giorno, si trasformarono in una violenta ed inaudita campagna di stampa che acriticamente accomunava, in una condanna senza appello, un intero territorio ed un intero popolo.

{mosimage} La più bella montagna del Mediterraneo era diventata, in breve tempo, l’icona del male e il demone da distruggere.

Le forze politiche, responsabili dell’emarginazione e del degrado, concordavano sulla necessità di dare una risposta seria e credibile al dilagare della criminalità. Poiché l’Aspromonte è un covo di banditi e latitanti, sostenevano alcune, sarà sufficiente realizzare centinaia di chilometri di strade per sottrarre territorio alla criminalità. Altre, più semplicemente, proponevano la totale militarizzazione dell’Aspromonte per sottrarlo alle bande criminali.

Dopo avere illuso intere popolazioni con il miraggio dell’industrializzazione e delle grandi opere pubbliche, dopo avere favorito l’abbandono delle attività agro-silvo-pastorali, dopo avere ridotto a paesi dormitorio la gran parte dei centri pedemontani, lo Stato e le forze politiche continuavano a prospettare soluzioni semplicistiche che non solo recavano offesa alla sensibilità e all’intelligenza della gran parte dei cittadini ma denotavano, ancora una volta, l’incapacità di individuare, per le aree marginali del Sud, realistici e credibili itinerari di sviluppo.

Nessuno propose quello che da anni avevano cominciato a sperimentare le realtà montane più avanzate: il corretto utilizzo delle risorse naturali ed ambientali, il recupero della storia, delle tradizioni, del folklore, dell’artigianato e della buona cucina quale indispensabile premessa per fare nascere e crescere una diffusa economia di montagna.

Noi eravamo tra quelli che credevano possibile il recupero economico e sociale della nostra montagna ed è per questo motivo che ci ritrovammo a Gambarie in quella fredda giornata di dicembre.

Il Notaio, uno di noi, pur partecipando alla discussione, si adoperava per completare le formalità di rito procedendo al riconoscimento personale dei presenti.

Nella tarda mattinata, quando tutto era pronto, ci spostammo fino a Nardello e, proseguendo a piedi lungo il sentiero più volte percorso, raggiungemmo Monte Scirocco.

{mosimage}Ci fermammo in una radura e, disposti a semicerchio, ascoltammo in silenzio: il ventotto dicembre millenovecentottantacinque, in Santo Stefano in Aspromonte, località Monte Scirocco, a metri milleottocento circa sul livello del mare avanti a me sono comparsi… I comparenti, in virtù del presente atto, costituiscono una Associazione denominata “G.E.A. – Gruppo Escursionisti d’Aspromonte”, con Sede in Reggio Calabria, via Castello 2… Il Gruppo si propone, attraverso il contatto diretto con la montagna… lo studio e la valorizzazione dell’ambiente, della storia, delle tradizioni dell’ Aspromonte…

Le linee guida di un nuovo ed originale progetto culturale ed operativo erano tracciate. Era maturato il tempo per passare dal “dire” al “fare”.

Tra il 1986 e il 1988 abbiamo individuato e realizzato cinque itinerari per escursionisti nel comprensorio di Gambarie d’Aspromonte. L’iniziativa ha rappresentato la prima esperienza nel campo della sentieristica per il meridione d’Italia. A corredo degli itinerari (circa 70 km.) è stata realizzata una “mappa dei sentieri“. I cinque sentieri sono stati inseriti nello studio degli itinerari per escursionisti europei curato da Bruno Gandino, Edizioni Urbafor – Marketing dell’accoglienza, innovazioni, tecniche, esperienze.

Nel 1987 con la realizzazione, stampa e diffusione gratuita di quattro locandine autoadesive a sfondo ecologico ha inizio la collaborazione con le scuole attraverso progetti di educazione e sensibilizzazione sui temi dell’ambiente e dello sviluppo. Siamo tra i sostenitori della creazione del Parco Nazionale dell’Aspromonte.

Tra il 1989 e il 1990 realizziamo il “Sentiero del Brigante“, itinerario di crinale di lunga percorrenza che collega l’Aspromonte alle Serre. Il sentiero parte da Gambarie e si conclude a Serra San Bruno e Stilo.

Nel 1991 organizziamo la grande escursione promozionale sul “Sentiero del Brigante” con la partecipazione di cento escursionisti, a piedi e a cavallo, provenienti da ogni parte d’Italia. Hanno aderito alla manifestazione Istituzioni, Enti ed Associazioni locali e nazionali. Il Ministro per l’Ambiente ha concesso il suo patrocinio.

Nel 1992 si ripropone l’escursione sul “Sentiero del Brigante”. I partecipanti, provenienti dalle regioni del nord d’Italia, contribuiscono alla revisione dell’itinerario e alla sistemazione dei segnavia.

E’ del 1993 la realizzazione e presentazione della prima guida agli itinerari per escursionisti, “Trekking in Calabria“, edito dall’Istituto Geografico Militare.

{mosimage} Nello stesso anno, in collaborazione con il Circolo del Cinema “Charlie Chaplin” e con il Consorzio Turistico Gambarie e con il patrocinio dell’Azienda di Promozione Turistica, curiamo la rassegna cinematografica “Corpo a corpo: l’uomo e la montagna“.

Tra il 1993 e il 1994 realizziamo il sentiero per escursionisti Bova-Delianuova. Si tratta del vecchio itinerario percorso dagli antichi abitanti di Delia (cittadina di origine greca sullo Jonio) per raggiungere Paracorio (una delle frazioni dell’attuale Delianuova, versante Tirrenico).

E’ del 1994 la realizzazione, con la collaborazione finanziaria dei Rotary Clubs e del Lions Club di Reggio Calabria, della “Rosa dei Venti” posta in opera sulla vetta di Montalto, alla presenza del Ministro dell’Ambiente on. Altero Matteoli, il 20 agosto. Il manufatto, in bronzo e pietra di Lazzaro, ha un peso di circa 1.100 kg ed è stato sistemato su Montalto con l’ausilio di un elicottero messo a disposizione dal Ministero della Difesa.

Nello stesso anno realizziamo il sentiero Samo-Montalto (viaggio a piedi nel cuore dell’Aspromonte).

E’ del 1995 la guida completa degli itinerari per escursionisti in Aspromonte: “Sentieri e Misteri d’Aspromonte” di Domenico Raso e Sandro Casile edita da LARUFFA per conto dell’A.F.O.R.

Tra l’autunno 1994 e la primavera 1995 il G.E.A. realizza le riprese di un “video” sull’Aspromonte.

Nel 1996 realizziamo la nuova mappa degli itinerari del comprensorio di Gambarie: “Trekking nel parco Nazionale d’Aspromonte“.

Nel 1997 Corrado Augias conduce la presentazione del film-documentario “Aspromonte frontiera di un continente, sentieri d’autunno e d’inverno”.

{mosimage} E’ del 1997 il trekking “Viaggio a piedi tra le Serre e l’Aspromonte” che conta sulla partecipazione di 50 escursionisti provenienti da ogni parte d’Italia e di 4 giornalisti inviati dalle riviste più importanti del settore.

Nel 1998 viene distribuito, con la Gazzetta del Sud, il CD-ROM “A piedi in Aspromonte” guida multimediale ai sentieri d’Aspromonte, alla sua storia, alle sue leggende e tradizioni.

Tra il 1999-2000 si sviluppano i progetti finalizzati alla puntuale conoscenza dell’Aspromonte da parte degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado.

Partecipiamo alla fase progettuale ed esecutiva del Leader II.

Nel 2002 procediamo, con l’autorizzazione del Parco Nazionale dell’Aspromonte, all’individuazione e realizzazione di una rete di itinerari per escursionisti nel bacino di cultura grecanica.

Con la scoperta di una necropoli nei pressi del fiume Butramo comincia la ricerca dei siti di interesse archeologico.

Da quel lontano 28 dicembre 1985 in Aspromonte nulla è più come prima.

La costituzione del Parco Nazionale e dell’Ente di Gestione, le numerose Associazioni che operano sul territorio, la maggiore attenzione ai temi dello sviluppo compatibile da parte degli Amministratori, la diffusa sensibilità ambientale, le piccole ma significative realtà produttive non hanno risolto i problemi dell’Aspromonte ma hanno tracciato una chiara linea di demarcazione tra l’Aspromonte dell’illegalità e quello della crescita civile.

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